La vendita di CD musicali contraffatti è estesa e coinvolge (non volontariamente) anche i grandi rivenditori. Questa è la conclusione di uno studio condotto dalla RIAA (Recording Industry Association of America) e pubblicata dal Wall Street Journal. Per tastare con mano la vastità del fenomeno è stata condotta un’indagine lo scorso Agosto. RIAA si è concentrata soprattutto su Amazon: per controllare la presenza di prodotti contraffatti sono stati ordinati 194 CD, tutti scelti basandosi sui risultati più ricercati per ogni tipologia di album.
I “pirati” sono ormai in grado di creare copie capaci di ingannare l’occhio di una persona comune. Per poter distinguere le copie si deve sapere quali particolari osservare con attenzione. Gli artwork ed il confezionamento sono replicati fino nei dettagli più fini e anche il prezzo non è tanto differente da costituire un campanello d’allarme. E’ così che la RIAA spiega la significativa presenza di CD contraffatti tra quelli ordinati su Amazon.
44 dei 194 album acquisitati sono risultati copie illegali. 18 degli ordini sono stati evasi direttamente da Amazon. La percentuale è particolarmente significativa per i “greatest hits”: per questa categoria le copie contraffatte erano il 78% del totale. La RIAA è riuscita a risalire all’origine di molte copie: si parla di uno stabilimento per la produzione di CD situato in Cina. Altre copie, meno accurate nella riproduzione dell’interno, sono state invece realizzate in Russia.
I risultati dello studio hanno scioccato Amazon. Il colosso delle vendite online ha dichiarato tolleranza zero verso i falsi e ha affermato di aver già attivato strette collaborazioni con le etichette musicali e i distributori per identificare i colpevoli e rimuovere le copie fraudolente.
01 novembre 2016 – altadefinizione.hdblog.it
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