Nell’ultimo periodo hai notato dei comportamenti ambigui da parte dei tuoi dipendenti e una crescente diminuzione delle vendite, ma non riesci ad identificarne la causa? Se ti trovi in questa specifica situazione, i tuoi problemi non derivano assolutamente da una tua cattiva gestione aziendale, ma è molto probabile che tu sia vittima di concorrenza sleale. In questa guida ti aiuteremo a capire quali sono i casi di concorrenza sleale e come individuarli tramite l’intervento delle agenzie investigative specializzate in indagini aziendali.

La concorrenza sleale: la disciplina normativa dell’art. 2598 del codice civile

Prima di palare di concorrenza sleale è opportuno specificare che quando si parla di concorrenza, si intendono tutte quelle imprese che operano nello stesso settore, ad esempio, la concorrenza può intercorrere tra le aziende Dixan e Dash che producono entrambe un detersivo in polvere, ma non può esserci assolutamente quando si opera in ambiti diversi. La concorrenza sleale nasce quando una delle aziende che opera nello stesso settore pone in campo comportamenti illeciti per distruggere l’altro competitor. La legge italiana ha disposto con l’art. 2598 del codice civile quali sono i comportamenti che possono configurare la concorrenza sleale:
– i cosiddetti “atti di confusione”, cioè quando vengono imitati nomi o marchi di un’azienda per confondere il consumatore;
– atti di denigrazione: quando vengono diffuse notizie non veritiere con lo specifico obiettivo di denigrare i prodotti di una specifica azienda;
– il dumping: è una forma di concorrenza sleale che consiste nel vendere lo stesso prodotto o servizio sottocosto eliminando così ogni tipo di concorrenza;
– storno di dipendenti: quando un’impresa cerca di assumere i dipendenti dell’impresa concorrente cercando di carpire informazioni.
I casi di concorrenza sleale accertati in sede processuale sono tantissimi e coinvolgono importanti aziende italiane ed internazionali, come ad esempio la causa che ha intrapreso la nota azienda Thun nei confronti della concorrente Due Esse Distribuzioni S.r.l, accusata di aver imitato una serie di oggetti (elefantini ed angeli). In questo caso, il Tribunale ha riconosciuto la concorrenza sleale e ha affermato che gli oggetti prodotti dalla Due Esse generano confusione nei consumatori, di conseguenza la Thun ha ottenuto il risarcimento del danno e il ritiro immediato dei prodotti imitati. Nel 2014, la Nespresso è stata condannata per concorrenza sleale nei confronti di una piccola azienda francese produttrice di capsule compatibili con le macchine da caffè Nespresso, poiché aveva operato una campagna denigratoria nei confronti del suo concorrente.
Queste sono solo alcune delle fattispecie che possono porre in essere la concorrenza sleale, ma prima di arrivare alla manifestazione del fatto criminoso, per l’imprenditore è importante individuare all’interno della propria azienda quali sono i dipendenti, soci o manager che contribuiscono a ledere l’immagine o a passare informazioni alle imprese concorrenti.

Quali sono i sintomi di concorrenza sleale?

Non è sempre semplice per un’azienda individuare se si è vittima di concorrenza sleale, ma vi sono alcuni comportamenti che possono essere il campanello d’allarme che qualcosa stia minando la tua credibilità o la corretta gestione della tua azienda. Se negli ultimi mesi notate qualche comportamento sospetto o incoerente da parte di un dipendente, di un socio o di un fornitore questo è uno dei sintomi che il soggetto stia agendo per compromettere la tua attività imprenditoriale. Non sempre i dipendenti/soci insoddisfatti sono colpevoli di comportamenti illeciti, ma per arginare la situazione è sempre opportuno indagare con l’aiuto di un investigatore privato e fugare ogni sospetto. Un altro sintomo di presunta concorrenza sleale è la diminuzione di fatturato o di vendite per uno specifico prodotto o servizio, in questo caso l’azienda concorrente potrebbe aver adottato lo strumento del dumping o aver posto in essere atti di confusione per sviare la clientela. Se ci si trova in questa specifica situazione sarà necessario indagare immediatamente per evitare perdite economiche nel medio-lungo periodo. Molto spesso, le aziende sono solite diffondere informazioni mendaci o non veritiere per screditare i competitor, una pratica che potrebbe influire negativamente sull’azienda determinando una perdita di clienti e una contestuale diminuzione di fatturato. Se hai notato alcuni di questi comportamenti o hai verificato che le imprese concorrenti stiano agendo scorrettamente, devi contattare subito un’agenzia investigativa riconosciuta per poter raccogliere tutte le prove necessarie e avere una prova dei tuoi sospetti.

Le investigazioni aziendali per scoprire la concorrenza sleale

Come abbiamo evidenziato esistono diversi atti di concorrenza sleale che possono essere intrapresi per danneggiare un’azienda che si comporta correttamente, ma come ci si può tutelare e quali mezzi abbiamo a disposizione per individuare tali atti illeciti? Per individuare i comportamenti illeciti di un dipendente o per evitare la diffusione o informazioni errate o soprattutto per arginare la sottrazione di know how è sempre opportuno rivolgersi ad un’agenzia investigativa riconosciuta che si occupi in particolare di indagini aziendali. L’investigatore privato svolge un ruolo fondamentale nel prevenire o limitare gli effetti di un comportamento illecito da parte di un dipendente o di un’impresa concorrente, infatti il suo compito principale è quello di individuare tramite ricerche e indagini i comportamenti sospetti o illeciti. Le agenzie investigative riconosciute offrono un servizio di consulenza e di supporto alle aziende vittime di concorrenza sleale verificando, tramite indagini, se si sono verificati determinati comportamenti illeciti:
– sottrazione da parte dei dipendenti del know how aziendale;
– sviamento o storno della clientela,
– infedeltà di soci, manager, collaboratori o amministratori;
– boicottaggio da parte delle aziende concorrenti;
– atti di confusione tramite l’utilizzo di segni distintivi legittimamente usati dall’azienda “vittima”,
– inosservanza del diritti di esclusiva territoriale.
Questi sono solo alcuni dei casi in cui si può manifestare la concorrenza sleale e sarà compito dell’investigatore accertare quale sia la violazione e indicare quali sono i responsabili.

Le investigazioni aziendali: un ottimo alleato in sede processuale

Le investigazioni aziendali servono soprattutto agli imprenditori per avere dei documenti probatori da presentare in sede processuale per supportare la tesi che si è effettivamente verificato un comportamento illecito da parte di un dipendente o di un’impresa concorrente. Per ottenere delle prove da presentare in sede processuale o stragiudiziale valide ed accurate, l’Agenzia investigativa Luciano Ponzi, forte di un’esperienza pluridecennale nel settore delle investigazioni aziendali realizza dei dossier corredati di foto e video per dimostrare la presenza di eventuali illeciti. Grazie alle investigazioni l’imprenditore è in grado di dimostrare di essere vittima di concorrenza sleale e soprattutto può provare in sede processuale se tali comportamenti siano stati effettivamente posti in essere con dolo o con colpa. L’accertamento del comportamento illecito di un dipendente o di un’impresa concorrente in sede processuale configura per l’impresa danneggiata un risarcimento del danno, quindi è proprio in vista di tale risultato che è fondamentale avvalersi dell’aiuto di un’agenzia investigativa legalmente riconosciuta.

Concorrenza sleale: il caso di Apple contro Samsung

Per comprendere come sia difficile ottenere un risarcimento del danno in caso di concorrenza sleale, basti pensare al famoso contenzioso tra Apple e Samsung che si è trascinato per ben sei anni. La causa legale tra Apple versus Samsung è iniziata nel 2011, quando l’azienda di Cupertino ha denunciato Samsung per aver copiato il design e alcune funzionalità dell’iPhone. L’esito della vicenda è stato a favore di Apple, che dopo una lunga ed estenuante battaglia legale, ha ottenuto un risarcimento di 539 milioni di dollari, una cifra irrisoria rispetto al miliardo che aveva chiesto l’azienda fondata da Steve Jobs. Questa vicenda serve come esempio per tutti gli imprenditori vittime di concorrenza sleale che vogliono ottenere un risarcimento: se anche il colosso Apple ha impiegato diversi anni per vedere riconosciuti i suoi diritti, come possono le piccole e medie imprese ottenere soddisfazione se non provano l’illiceità dei comportamenti? Innanzitutto per ottenere giustizia è opportuno presentare un dossier documentale corredato di immagini e video, stilato da un investigatore privato legalmente riconosciuto, in questo modo si avvalorerà sicuramente la tesi del danneggiato e sarà più semplice chiedere un risarcimento ragguardevole. Il riconoscimento del danno permette all’imprenditore danneggiato di eliminare la concorrenza sleale e di ritornare a svolgere serenamente la sua attività, un risultato che può essere ottenuto soltanto rivolgendosi alla professionalità ed alla competenza di un’agenzia investigativa.

 

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