Assenteismo sul posto di lavoro

Doppio lavoro per arrotondare lo stipendio: incastrati dipendenti furbetti della Provincia

Sono accusati di truffa aggravata e peculato i due impiegati amministrativi di palazzo Magno che, negli orari di lavoro in via Roma, si impegnavano in altre attività utilizzando l’auto dell’ente. Il ’giochetto’ scoperto grazie ad una segnalazione di un collega. La Polizia ha fotografato e pedinato i due fino a raccogliere prove considerate schiaccianti. Ora rischiano il licenziamento in base al decreto Madia, mentre i legali dei dipendenti stanno già preparando la strategia difensiva.

Timbravano il cartellino, ma invece di andare a lavorare uscivano da palazzo Magno per impegnarsi in altri lavori utilizzando la Panda di servizio. Forse dovevano ‘arrotondare’ lo stipendio e per questo si allontanavano dall’ufficio sperando di non essere notati. In realtà, il modus operandi di questi due dipendenti della Provincia di Campobasso non era sfuggito agli occhi di qualche collega che ha allertato le forze dell’ordine.

A febbraio 2016 la segnalazione alla Polizia del capoluogo che sulla base di questa informazione anonima ha iniziato a pedinarli e a fotografare gli spostamenti dei due impiegati amministrativi, entrambi campobassani e di 54 anni. Non ’colletti bianchi’, ma personale di livello medio basso. Effettuavano sopralluoghi sulla viabilità provinciale o caricavano e scaricavano materiale utilizzando le Fiat Panda in dotazione all’ente di via Roma.

Gli scatti inequivocabili degli agenti della Squadra Mobile dunque hanno consentito agli agenti di incastrarli documentando e certificando minuziosamente le attività in cui erano impegnati i due uomini durante l’orario di lavoro in Provincia. Insomma, un classico caso di assenteismo sul posto di lavoro.
Dopo le indagini e le prove raccolte dalla Squadra Mobile, il pm Nicola D’Angelo ha recapitato loro l’avviso di conclusione delle indagini. Dovranno rispondere di truffa aggravata e peculato. Accuse che i legali difensori dei due 54enni, l’avvocato Silvio Tolesino e lo studio De Angelis, che questa mattina hanno ricevuto il mandato, hanno intenzione di smontare in occasione dell’udienza preliminare. Intanto, gli indagati hanno venti giorni di tempo per produrre memorie difensive.

«Sto sviscerando il fascicolo del pubblico ministero per capire la solidità del quadro probatorio dell’accusa e dunque per delineare una strategia difensiva a favore del mio cliente. Al momento respingiamo le accuse al mittente», sottolinea l’avvocato Tolesino.

Ora i due dipendenti infedeli rischiano il licenziamento in base al decreto Madia, che ha disposto misure più restrittive nei casi di assenteismo sul posto di lavoro. Un provvedimento già applicato nella nostra regione nei confronti di due impiegati dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, quando venne applicata per la prima volta la legge della ministra alla Semplificazione e Pubblica amministrazione che stabilisce il licenziamento senza reintegro per i casi di infedeltà più gravi, come appunto la falsificazione dei cartellini e la manomissione degli strumenti di controllo del numero di ore giornaliere per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

(Pubblicato il 06/04/2017)

06 aprile 2017 – www.primonumero.it

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