Infedeltà aziendale e controspionaggio: come e perché le attività di investigazione possono tutelare il know how di un’impresa.

Definizione di spionaggio industriale

Lo spionaggio industriale è un’attività illegale che si realizza attraverso l’illecita sottrazione di informazioni riservate di proprietà di un’azienda. Chi compie un atto di spionaggio industriale ha, in linea di principio, interesse a trarre vantaggio dalle informazioni acquisite, danneggiando di conseguenza l’azienda alla quale sono state sottratte.
La sottrazione e l’illecita acquisizione possono riguardare le più varie tipologie di dati, anche sensibili: ad esempio i brevetti, i software, i progetti e i modelli; ma anche le liste dei clienti e dei fornitori, i listini dei prezzi e degli sconti e le strategie di marketing.
Il fenomeno dello spionaggio industriale registra da sempre una crescita costante, che non ha mai conosciuto flessioni, riconducibile a fattori diversi: in primo luogo, sottrarre e utilizzare il lavoro altrui è una tentazione a cui sembra sia particolarmente difficile resistere. Inoltre, la tecnologia riveste un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana: pertanto le ricerche in questo campo sono particolarmente appetibili. E ancora, le moderne società sono sempre più numerose, di conseguenza è cresciuta in modo esponenziale anche la concorrenza (leale e sleale).

Lo spionaggio industriale come reato penale (art.622 e 623 c.p.)

Per la legge italiana, lo spionaggio industriale costituisce reato punibile a querela della persona offesa, secondo quanto disposto dagli art. 622 e 623 del codice penale. L’art. 622 c.p. regola la fattispecie della “rivelazione di segreto professionale”, messa in atto da chiunque sia a conoscenza, anche lecitamente, di un segreto inerente al proprio lavoro, ma senza giusta causa (quindi, illecitamente) lo distrae dal suo ambito di riservatezza, diffondendolo. L’art. 623 c.p. descrive poi l’ipotesi di “rivelazione di segreto scientifico e industriale”, riferendosi al c.d. “know-how”, ovvero il patrimonio di conoscenze di un’impresa: una risorsa strategica che, con l’attività di spionaggio, viene illecitamente sottratta per essere riferita a soggetti esterni all’azienda titolare. In entrambe le fattispecie, l’elemento caratterizzante è la condotta: la rivelazione del segreto professionale o industriale deve essere finalizzata a realizzare un profitto proprio o altrui, arrecando per questo un danno all’impresa a cui il segreto viene sottratto. E’ di tutta evidenza che, perché possa essere dichiarata la colpevolezza di chi ha violato il segreto, bisognerà che vengano fornite le prove di tale colpevolezza e che tali prove siano valide in giudizio.A questo provvedono le investigazioni e le indagini di controspionaggio industriale, condotte secondo criteri professionali da agenzie investigative con competenze specifiche.

Sistemi e strumenti di spionaggio industriale

L’attività di spionaggio industriale ha sostanzialmente due modalità di svolgimento: lo spionaggio interno e quello esterno. Mentre lo spionaggio interno viene compiuto tramite la collaborazione di un soggetto che fa parte della struttura aziendale, lo spionaggio esterno si serve di attività informatiche o di intercettazioni ambientali, anche tramite l’introduzione di strumenti di spionaggio in luoghi aziendali strategici. L’azienda che subisce un atto di spionaggio tende, il più delle volte, a tenerlo nascosto per due ordini di motivi: non alimentare il vantaggio che la concorrenza potrebbe aver già ottenuto attraverso l’illecito ed evitare che la pubblicità derivante dalla diffusione della notizia abbia ripercussioni negative sulla reputazione della società.
In Germania e in America lo spionaggio industriale viene calcolato come un vero aggravio delle spese societarie: si calcola che il suo costo annuo sia di circa 3000 milioni di marchi in Germania e 4000 milioni di dollari in America.
Questo dimostra quanto seria e grave sia la minaccia che lo spionaggio industriale rappresenta per l’industria moderna, anche in termini economici.
Allo stesso modo, la sua diretta conseguenza, il controspionaggio industriale, con il quale le imprese tentano di proteggersi dalle infiltrazioni illecite della concorrenza, ha costi elevatissimi e per questo sono molto diffusi i servizi offerti da agenzie investigative specializzate proprio nel settore del controspionaggio industriale e commerciale.

Dipendenti scontenti…e non solo

Un fattore, di carattere squisitamente umano, che può spiegare il fenomeno dello spionaggio industriale è l’insoddisfazione del dipendente, del collaboratore o anche del socio in affari. E’ stato rilevato che il tasso di “slealtà” è in continuo e costante aumento: cresce, di conseguenza, anche il numero di casi in cui un soggetto interno all’azienda sia tentato di vendere alla concorrenza informazioni riservate della ditta per cui lavora.
A questo proposito si è rilevato anche un altro comportamento, stavolta delle società, che guardano con sempre maggiore diffidenza i soggetti che presentano domanda d’impiego, nutrendo sospetti su ciascun individuo in quanto potenziale agente della concorrenza.

I professionisti dello spionaggio industriale

Oltre alle tentazioni “occasionali e contingenti”, esiste un vero e proprio sistema organizzato di spionaggio industriale. Si dice (e pare sia una diceria piuttosto fondata) che in alcuni Paesi, esistano agenzie che offrono servizi di infiltrazione, stipulando addirittura anche abbonamenti annuali. Ci sono poi esempi eclatanti di attività apparentemente lecite che nascondono intenti illegali: ad esempio, caldeggiare la fusione di un’azienda con una ditta concorrente, mirando in realtà alla conquista di informazioni segrete dell’azienda che, ignara della sofisticata tattica di spionaggio, potrebbe accettare la fusione.
Un professionista dello spionaggio può presentarsi sotto le più variegate, mentite spoglie: il classico candidato rampante che, munito di prestigioso curriculum vitae, millanta il desiderio di essere assunto; oppure il giornalista desideroso di scrivere un articolo sulle attività aziendali; oppure ancora il tecnico di controllo della sicurezza. Questi soggetti utilizzano i metodi e i mezzi più diversi: una telecamera opportunamente nascosta, macchine fotografiche e registratori camuffati da oggetti di scrittura o racchiusi dentro bottoni di giacche, microspie elettroniche (come la famosa “cimice”) piazzate in punti strategici delle sale riunioni o travestite da oliva “infiltrata” tra quelle dell’aperitivo servito agli ignari soci in riunione. E spesso, quando la vittima scopre l’inganno, è già troppo tardi per rimediare al volo che hanno preso le sue informazioni riservate.

Case history rappresentative dello spionaggio industriale

Alcuni casi eclatanti hanno lasciato il segno nella storia dello spionaggio industriale. Conoscerli può essere, oltre che interessante, anche informativo ed è per questo che, qui di seguito, ve li proponiamo.

Le vie della seta sono (ormai) infinite
Partiamo da molto lontano nel tempo, esattamente nel 551 d.C., quando due intraprendenti monaci cinesi si recarono a Costantinopoli e rivelarono il metodo di fabbricazione della seta che, fino a quel fatale momento, era stato gelosamente custodito dalla Cina per 3000 anni. C’è da dire che i tentativi di produzione precedentemente messi in atto in Paesi come la Grecia, realizzavano un risultato molto distante, per qualità e bellezza, da quello made in Cina. Tutta l’Europa dell’epoca importava seta cinese, che viaggiava attraverso le celebri vie per più di otto mesi prima di giungere a destinazione.
Per questo l’illecita sottrazione del “brevetto cinese” da parte dei monaci ebbe un valore inestimabile in termini commerciali ed economici e i due precursori dello spionaggio industriale moderno furono colmati di doni e ricompense.

La guerra del sapone: Unilever v/ Procter & Gamble
L’americana Procter & Gamble, nel 2001 venne coinvolta in un clamoroso caso di presunto spionaggio industriale ai danni del gruppo anglo-olandese Unilever. Pare che due dipendenti della ditta statunitense si fossero presentati presso la sede di Chicago della Unilever e, spacciandosi per operatori ecologici, avessero frugato tra i rifiuti aziendali, riuscendo a carpire informazioni riservate
relative al settore di produzione dei prodotti per capelli. Dichiaratasi totalmente estranea alla sottrazione di informazioni per fini competitivi, Procter & Gamble licenziò i due dipendenti e, impegnandosi a non utilizzare le informazioni oggetto del furto, risarcì la Unilever con 10 milioni di dollari.

La Ferrari tradita
Uno dei casi più famosi di infedeltà da parte di un dipendente, si verificò nel 2007 durante il Gran Premio di Formula 1 degli Stati Uniti: in quell’occasione, Nigel Stepney, capo meccanico della Casa di Maranello, inserì polvere bianca all’interno dei serbatoi delle due Ferrari guidate da Räikkönen e Massa, allo scopo di provocare un guasto ai motori. Scoperto il sabotaggio, durante le indagini volte ad individuare il responsabile, venne a galla un altro illecito: Stepney aveva in precedenza consegnato alla McLaren il nuovo progetto della Ferrari 2007. La McLaren, in conseguenza dell’aver utilizzato a proprio vantaggio le informazioni illecitamente ottenute, venne condannata alla perdita dei punti conquistati nel Campionato costruttori e al risarcimento, in favore della Ferrari,
con il pagamento di 100 milioni di dollari. In questa vicenda è interessante rilevare come la motivazione dello spionaggio industriale operato da Stepney non fosse di natura economica, bensì morale. Stepney infatti, nel 2006, ambiva a diventare direttore tecnico della squadra, ma gli venne preferito Mario Almondo. Probabilmente, quindi, fu il desiderio di vendetta a causare il tradimento.

La difesa dallo spionaggio industriale: l’utilità di rivolgersi ad un’agenzia investigativa

Dall’analisi condotta finora è evidente che lo spionaggio industriale può danneggiare seriamente un’azienda. Per contrastare comportamenti illeciti di questa portata è necessario adottare tempestivamente una strategia di controspionaggio, ovvero una serie di attività in via preventiva o riparatoria, che vengano in entrambi i casi svolte con competenza tecnico-legale e attraverso una profonda conoscenza dei comportamenti individuali in ambito informatico (social engineering).
Per questo, già ai primi sospetti di aver subìto un illecito, vi consigliamo di contattare un’agenzia investigativa riconosciuta, in grado di intervenire immediatamente con analisi forensi volte al raccoglimento delle prove utili.
La nostra agenzia investigativa, Luciano Ponzi Investigazioni, tratta dal 1995 tutti i casi di spionaggio industriale con esperienza e professionalità. La profonda conoscenza delle complesse leggi in materia e l’accurato svolgimento di tutte le attività riguardanti l’ipotesi di illecito, assicurano che l’azione di controspionaggio industriale sia condotta nella maniera più efficace.
Le investigazioni aziendali sono svolte dagli esperti della nostra agenzia garantendo l’assoluta tutela della riservatezza dell’azienda e si spingono fino al completo raccoglimento delle prove dell’illecito posto in essere.
Se temete o siete certi che la vostra impresa sia vittima di un atto di spionaggio industriale, vi consigliamo di non esitare e di chiamare tempestivamente la nostra agenzia investigativa: vi orienteremo verso il servizio investigativo più idoneo al caso concreto, offrendovi anche un preventivo assolutamente gratuito e personalizzato.

 

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