Prima dell’avvento del COVID-19 alcune agenzie investigative, tra cui la Luciano Ponzi Investigazioni, potevano e possono affermare che una buona percentuale del loro core business derivava dalle investigazioni in ambito aziendale e più nello specifico dal controllo sui dipendenti assenteisti nel settore privato: casi di malattia, infortuni, Legge 104 e congedi parentali.
A seguito della cassa integrazione, cassa integrazione in deroga, ferie forzate ed altri ammortizzatori sociali, in molti avrebbero scommesso su un crollo vertiginoso delle richieste per tali servizi, ma, come spesso accade, siamo stati smentiti.
Sommario
Nonostante molti dipendenti siano rimasti presso le proprie abitazioni per oltre due mesi, alcuni di questi non hanno perso le loro cattive abitudini, difatti stiamo registrando un notevole aumento di interesse da parte di numerose aziende, le quali, stanche di continuare ad avere nel loro organico i cosiddetti assenteisti cronici, richiedono l’aiuto dell’agenzia investigativa al fine di raccogliere delle evidenze per il licenziamento per giusta causa.
Perlopiù gli assenteisti sono “cronici”, quindi coloro che stanno sfruttando il periodo COVID-19 registravano numerose assenze sospette anche prima di marzo 2020, ma anche coloro che non hanno mai abusato di tali permessi nel passato, dopo aver assaporato un periodo inatteso di riposo, decidono di abusare di tali permessi (secondo una nostra statistica interna circa il 20%).
Quando veniamo contattati dalle aziende, la prima domanda che ci viene posta è sempre la seguente:
“Ma…la relazione che ci verrà fornita al termine delle indagini potrà essere utilizzata in sede legale?”
La risposta chiaramente è sì, tutti i controlli da noi effettuati sono nel pieno rispetto delle normative/leggi vigenti e disponiamo di una licenza di polizia privata rilasciata dalla Prefettura.
I controlli sugli assenteisti rivelano un triplice vantaggio:
Numerosi articoli recenti hanno riportato un notevole aumento di assenteisti tra le file di ospedali ed istituti pubblici durante il periodo del COVID-19, nessun riferimento al settore privato, il quale non è stato di certo meno colpito anche a causa dello smart working.
Lo Smart working può essere un grande valore aggiunto sia per le aziende che per il dipendente, portando ad una riduzione dei costi e dei tempi di lavoro. Il grosso problema è che l’Italia è perlopiù costituita da piccole e medie imprese (82% ca.), molte delle quali non hanno dimestichezza con software dedicati, webcam e webinar, ne consegue che molti dipendenti non possono essere monitorati dal datore di lavoro durante lo smart working e taluni di questi giustificano una loro minore produttività a devices obsoleti e/o connessioni web poco performanti, a nostro avviso alcuni preferiscono semplicemente lavorare meno ore e dedicare più tempo a hobby, passioni, sport e famiglia durante l’orario di lavoro, ovviamente alle spese dell’azienda. Il covid-19, così come riportato in molti articoli di giornale, ha permesso agli italiani di riscoprire passioni ormai abbandonate.
Giustamente le sempre più numerose sentenze di cassazione sono a favore dell’operato delle agenzie investigative e tutelano l’azienda e non più il dipendente.
Ne è un esempio la recente ordinanza 11697 del 2020, in cui la Corte di Cassazione respinge il ricorso di un dipendente nel confronti del datore di lavoro, il quale si era appoggiato ad un’agenzia di investigazioni al fine di evidenziare eventuali atti illeciti, come l’abuso dei permessi di malattia.
I giudici hanno scritto quanto segue: “al di fuori delle verifiche di tipo sanitario, ad accertamenti di circostanze di fatto atte a dimostrare l’insussistenza della malattia o la non idoneità di quest’ultima a determinare uno stato d’incapacità lavorativa e, quindi, a giustificarne l’assenza.” Fonte: www.money.it/IMG/pdf/allegato_38904_1-2.pdf
Il servizio di verifica assenteismo tutela l’azienda, ma soprattutto coloro che la costituiscono (i dipendenti), i quali, come anticipato, sono perlopiù brave persone e grandi lavoratori e non meritano di essere affiancati a i cosiddetti “furbetti”.